Ai tempi dei romani questa pianta era considerata un talismano, probabilmente per le sue foglie aguzze. Lo piantavano vicino a casa perché lo ritenevano in grado di allontanare spiriti e malefici.
I Druidi ritenevano che le sue foglie lucide e le bacche rosse, rimanessero verdi per rendere la terra più bella quando la sacra quercia perdeva le foglie. Mettevano tra i capelli dei ramoscelli quando andavano nelle foreste per assistere ai riti sacrificali.
Viene citato perfino da sant'Alberto Magno (1200?- 1280), patrono dei botanici.
Nel Medioevo i contadini tedeschi mettevano dei ramoscelli sulla porta delle stalle per allontanare i sortilegi.
Nella tradizione popolare le foglie venivano usate per curare la pleurite e l'itterizia e tutta la pianta, comprese le radici, per la febbre e la tosse.
In Germania si ritiene che un pezzetto dell’agrifoglio usato in chiesa per le decorazioni sia un ottimo amuleto contro lampi e tuoni.
Il suo uso è prevalentemente interno, con infusi, decotti e tinture alcoliche.
Le foglie contengono una sostanza dagli effetti analoghi a quelli della caffeina.
La corteccia e le foglie sono indicate per le febbri, anche quelle intermittenti e le foglie sono anche antireumatiche.
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