sabato 17 dicembre 2011

Il peperoncino

Il peperoncino giunse in Europa dopo la scoperta dell'America come le patate e il cioccolato.
La coltivazione si diffuse rapidamente nelle zone calde, anche nel sud d'Italia.
Non solo i cuochi hanno fatto uso del peperoncino, anche la medicina popolare. Veniva utilizzato come sostituto dell'alcol nelle cure disintossicanti; alla fine dell'Ottocento lo si univa pestato al sale per curare l'influenza.
Ne esistono di varie forme e dimensioni, piccolissimi e decisamente piccanti e altri tondi simili a ciliegie.
L'uso interno è limitato, mentre quello esterno non è da trascurare. Infatti la tintura scalda la parte su cui viene applicata, stimolando localmente l'afflusso di sangue. E' quindi indicato per curare le nevralgie, i reumatismi, la gotta, la lombaggine.
In Ungheria, patria del gulasch, un proverbio dice: " Alcuni desiderano la ricchezza, altri la fama, ma tutti bramano il gulasch".
In cucina viene utilizzato soprattutto fresco, tagliato in rondelle, aggiunto ai vari piatti.
Il principio attivo che ne causa la piccantezza è un alcaloide, chiamato capsacina, presente in quantità differenti nei diversi peperoncini; in dosi minime attiva la circolazione sanguigna, in dosi massicce può provocare ustioni. La preparazione di grandi quantità di peperoncini va effettuata con guanti o altre protezioni, per evitare di venire in contatto con dosi eccessive di capsacina.
Spesso viene anche conservato tramite essiccazione e utilizzato spezzettato o polverizzato; ha anche effetti antibatterici sui cibi.
La parte più piccante del peperoncino è la parte superiore del frutto e la placenta interna, che vanno  asportate se si intende diminuirne l'effetto piccante.


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