"Ho fiducia nella saggezza e nelle qualità che Dio mi ha dato.
Ora vedo me stesso passare di successo in successo, grazie all'aiuto generoso di Dio.
I miei successi sono grandiosi, possenti, irresistibili e ora cominciano a manifestarsi".
sabato 31 dicembre 2011
venerdì 30 dicembre 2011
Infusi, decotti, bagni
Gli infusi e le tisane sono a base di foglie, fiori (freschi o secchi), gemme. Vi si versa sopra l'acqua bollente e si mescola spesso in modo che rilascino tutte le proprietà. Si filtra dopo 10 minuti, si beve non troppo caldo e non troppo freddo ed è da consumare nel corso della giornata.
Il decotto è a base di radici, corteccia, foglie particolarmente dure e semi, che vanno sminuzzati e gettati in una pentola con acqua che bolle. A fiamma bassa, con sopra il coperchio, si continua a far bollire per 15-20 minuti; poi si filtra e si lascia intiepidire.
Ci sono erbe che danno infusi e decotti piacevoli e altri non altrettanto, ma si può aggiungere miele, sciroppo d'acero o zucchero di canna. Inoltre si possono unire altre erbe cercando di sceglierle in base alla proprietà che deve essere simile a quella da assumere. A seconda dei casi si possono aggiungere menta, cannella, salvia, baccelli di vaniglia, scorze di agrumi, rosmarino, radice di liquirizia sminuzzata.
Si possono fare dei bagni versando nella vasca dei decotti molto concentrati o mettendo in un sacchetto di stoffa le erbe scelte.
il messaggio dell'universo di oggi
"Sono nato per contribuire e per costruire qualcosa di diverso.
Mi manifesto appieno e completamente in tutto ciò che ho di meglio.
Lascio andare le mie paure e i miei dubbi e divento raggiante, ora, nel servizio disinteressato e nella semplicità".
Mi manifesto appieno e completamente in tutto ciò che ho di meglio.
Lascio andare le mie paure e i miei dubbi e divento raggiante, ora, nel servizio disinteressato e nella semplicità".
giovedì 29 dicembre 2011
Cenni storici di fitoterapia
Fin dagli albori dell'umanità le piante hanno rappresentato per l'uomo il cibo col quale alimentarsi, la medicina per curare malattie e guarire ferite, il veleno col quale uccidere i nemici e gli animali da cacciare.
La fitoterapia, cioè la cura delle malattie con preparati a base di piante è quindi molto antica, così come lo è l'aromaterapia, cioè il metodo che si avvale dell'olio essenziale ricavato dalle piante.
Gli uomini bruciavano gli aromi in onore degli dèi e solo all'inizio del XX secolo l'aromaterapia ricevette il suo nome e si sviluppò come scienza terapeutica. Fu merito al chimico francese René H. Gattefossé, che compiendo degli esami in laboratorio si scottò con una sostanza chimica e guarì rapidamente grazie a un'immediata e casuale immersione della piaga in olio essenziale di lavanda: da allora gli studi sono proseguiti e hanno fatto molti progressi.
La floriterapia, che ha origini più recenti, è invece il trattamente che fu ideato dal medico inglese Edward Bach (1886-1936) e che ricorre a distillati di fiori. Bach pensava che il corpo e l'anima fossero indivisibili e che non si potesse curare uno tralasciando l'altra; egli seppe recuperare in chiave moderna le antiche tradizioni di guarigione ed elaborare per i nostri tempi una terapia che curasse la persona partendo dall'anima.
La prima testimonianza dell'uso terapeutico delle erbe risale a una serie di tavolette di argilla con caratteri cuneiformi attribuite ai sumeri, risalenti al III millennio a.C..
Secondo la tradizione cinese l'imperatore Shen Nung, nel 2698 a. C. cura un "Catalogo delle piante" contenente 252 descrizioni.
I babilonesi avevano un repertorio di 1.400 piante medicinali.
Nel 1550 appare il cosiddetto Papiro di Ebers, il testo egizio più antico e completo di fitoterapia; era compito dei sacerdoti preparare la maggior parte delle preparazioni fitoterapiche.
Il medico greco Ippocrate (460-377) stabilisce per primo i dosaggi delle erbe; prima di lui vennero utilizzate da Achille e Asclepio che secondo la tradizione avrebbero seguito gli insegnamenti del centauro Chirone.
Teofrasto (372-287) redige dei testi fondamentali riguardanti le applicazioni pratiche delle piante medicinali.
Nel secolo successivo, secondo la tradizione, sarebbero convenuti a Salerno degli studiosi provenienti da varie parti del mondo per dare vita a una scuola di erboristeria: l'ebreo Helinus, l'arabo Azdala, il greco Pontus, il latino Salernus.
Come nell'antichità, anche nel Medioevo le conoscenze erano prerogativa della classe religiosa; tra il IX e il XVI secolo in ogni monastero vi era un "giardino dei semplici", dove venivano coltivate le piante medicinali.
Sono da ricordare senz'altro: suor Ildegarda, badessa di Bingen (1098-1179) che ci ha lasciato un volume (Physica) in cui, per la prima volta, vengono citate le virtù terapeutiche di alcune piante come ad esempio l'arnica; sant'Alberto Magno (1200?-1280) che grazie ai suoi testi, tra cui De Vegetalibus, è diventato il patrono dei botanici.
Alla fine dell'Ottocento vennero per la prima volta preparati sinteticamente alcuni farmaci partendo dai vegetali. Lo sviluppo però della farmacologia portò però a un declino della fitoterapia che sembrava fosse sul punto di essere dimenticata a metà del Novecento.
Successivamente l'utilizzo delle erbe è tornato ad essere di interesse generale, merito anche della consapevolezza che non hanno tutti gli effetti collaterali dei farmaci, oltre al rinnovato interesse per la natura e la nascita delle scienze ambientali.
Il salice
E' un albero grande e robusto, con foglie allungate, rami e gemme ricoperti di peli argentei.
I romani utilizzavano i rami per intrecciare canestri e come i greci per placare gli ardori femminili.
L'uso principale era comunque contro la febbre e le malattie reumatiche.
In passato si pensava che se di notte ci si aggirava vicino a un salice si rischiava di essere rincorsi dalla pianta.
Le sue proprietà sono: sedativo, antinevralgico e febbrifugo.
La corteccia contiene acido salicilico, uno dei componenti principali di analgesici come l'aspirina.
I romani utilizzavano i rami per intrecciare canestri e come i greci per placare gli ardori femminili.
L'uso principale era comunque contro la febbre e le malattie reumatiche.
In passato si pensava che se di notte ci si aggirava vicino a un salice si rischiava di essere rincorsi dalla pianta.
Le sue proprietà sono: sedativo, antinevralgico e febbrifugo.
La corteccia contiene acido salicilico, uno dei componenti principali di analgesici come l'aspirina.
L'infuso di foglie e amenti è sedativo, per gli stati di insonnia, l'ansia e l'angoscia.
Un decotto fatto con una maggiore quantità di corteccia lo si utilizza per fare bagni rilassanti e per alleviare i dolori reumatici.
il messaggio dell'universo di oggi
"Perdono interamente e liberamente, sciolgo i nodi e lascio andare ogni cosa, rimetto tutto fra le mani di Dio pieno d'amore perché Egli compia il suo lavoro perfetto in me, attraverso di me e per me. Sono riconoscente perché pace, salute, abbondanza e gioia regnano ORA in me e fra coloro che mi circondano".
martedì 27 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Calma, serenità e pazienza sono la forza del mio essere.
Mi apro all'amore, all'energia divina di dinamismo e di azione.
Amo, rispetto e accetto ogni persona e ogni cosa".
Mi apro all'amore, all'energia divina di dinamismo e di azione.
Amo, rispetto e accetto ogni persona e ogni cosa".
lunedì 26 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Non ho più tempo da perdere. Passo ora all'azione con energia e determinazione".
domenica 25 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Lascio andare ora i miei desideri personali.
Mi dedico al servizio del mio prossimo ed è nel servizio che trovo la mia liberazione e la mia gioia".
Mi dedico al servizio del mio prossimo ed è nel servizio che trovo la mia liberazione e la mia gioia".
sabato 24 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Smetto di essere il centro della mia stessa vita e irradio amore, luce e comprensione intorno a me".
venerdì 23 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Comunico immediatamente tutto ciò che ho da comunicare. Libero la mente e vivo in pace con me stesso e con gli altri. Non devo più preoccuparmi di ciò che pensano gli altri e so di essere totalmente amato e sostenuto dall'Universo".
giovedì 22 dicembre 2011
L'abete bianco
E' una conifera sempreverde, a forma piramidale, che può raggiungere i m. 50 di altezza.
Proprio per la sua altezza gli abitanti dell'Asia settentrionale ne furono colpiti e lo ritennero un albero cosmico, la cui cima raggiunge il cielo e le cui radici sprofondano fino agli inferi.
Anche in Europa colpirono le sue dimensioni, tanto che alcune popolazioni lo consideravano la dimora del genio della foresta.
Un tempo, soprattutto in Savoia, lo si considerava protettore contro i fulmini e il malocchio.
Attualmente, in molti paesi, rappresenta l'emblema delle feste natalizie.
Le proprietà sono le seguenti: balsamico, espettorante, lievemente antisettico.
Viene principalmente utilizzato per le vie respiratorie; ad esempio l'infuso di gemme è ottimo per chi ha la bronchite.
Per l'utilizzo esterno è un buon deodorante e antisettico ed esplica un'azione antireumatica ; è utile per alcuni problemi di natura circolatoria, come ad esempio le vene varicose. Si prepara il decotto con gli aghetti, filtrando il tutto e cercando di spremerli per ricavarne più succo possibile.
Per un bagno tonificante basta racchiudere in una garza una manciata di gemme e di aghi.
Per alleviare i dolori reumatici e artritici si può diluire l'olio essenziale nell'acqua della vasca da bagno o si possono fare dei massaggi diluendolo in olio di oliva.
Per le vie respiratorie irritate si possono fare suffumigi o metterlo nel bruciaessenze.
Con le gemme si prepara il "miele di abete" ricchissimo di vitamina C.
il messaggio dell'universo di oggi
"Ora oso, sono pronto e mi impegno ad assumere tutti i rischi necessari pe la manifestazione completa di tutte le mie qualità".
mercoledì 21 dicembre 2011
La borragine
Ha un lungo fusto peloso, foglie rugose e fiorellini blu.
Nell'antichità non veniva usata terapeuticamente: il primo a descriverla e a impiegarla fu sant'Alberto Magno nel XIII secolo.
Insieme al tarassaco e al crescione, in insalata o centrifugata, è un ottimo depurativo per la pelle.
L'infuso di foglie è un valido depurativo, grazie alle proprietà diuretiche e sudorifere, utile per i reumatismi e per le eruzioni cutanee come eczemi o per il morbillo e la varicella.
L'infuso di fiori è emolliente e calma la tosse.
L'infuso di foglie e fiori ha un effetto calmante sulla pelle irritata e placa i pruriti.
il messaggio dell'universo di oggi
"Tutto ciò che non contribuisce al mio massimo bene svanisce ORA dalla mia vita, non lo desidero più.
Dio realizza ORA con forza i desideri che aveva messo in me al fine di manifestare la sua volontà.
La via della mia vita è luminosa e libera".
Dio realizza ORA con forza i desideri che aveva messo in me al fine di manifestare la sua volontà.
La via della mia vita è luminosa e libera".
martedì 20 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"La soluzione divina è la soluzione sublime.
Invoco e accetto la soluzione divina in questa situazione, ora".
Invoco e accetto la soluzione divina in questa situazione, ora".
lunedì 19 dicembre 2011
L'arnica
E' interamente ricoperta di peluria, con un fusto semplice o ramificato alto fino a cm. 60.
Anticamente non aveva usi terapeutici.
Solo nel XII secolo si hanno testimonianze nei trattati di erboristeria.
Venne usata da Santa Ildegarda e dalla scuola medica salernitana.
Nell'Ottocento veniva usata dai poveri per combattere la febbre.
Un tempo i montanari usavano fumare le foglie per curare il catarro, la tosse e la bronchite; per questo motivo viene anche chiamata "tabacco di montagna".
L'uso dell'arnica ebbe per alcuni secoli apprezzatori e detrattori; oggi si sa che l'uso esterno è molto valido in caso di ecchimosi, lividi, distorsioni; non è da applicare su tagli, piaghe e lacerazioni.
La tintura madre e l'olio essenziale hanno le stesse applicazioni.
Anticamente non aveva usi terapeutici.
Solo nel XII secolo si hanno testimonianze nei trattati di erboristeria.
Venne usata da Santa Ildegarda e dalla scuola medica salernitana.
Nell'Ottocento veniva usata dai poveri per combattere la febbre.
Un tempo i montanari usavano fumare le foglie per curare il catarro, la tosse e la bronchite; per questo motivo viene anche chiamata "tabacco di montagna".
L'uso dell'arnica ebbe per alcuni secoli apprezzatori e detrattori; oggi si sa che l'uso esterno è molto valido in caso di ecchimosi, lividi, distorsioni; non è da applicare su tagli, piaghe e lacerazioni.
La tintura madre e l'olio essenziale hanno le stesse applicazioni.
il messaggio dell'universo di oggi
"Il piano che Dio ha stabilito per la mia vita si svolge tappa dopo tappa.
Ne riconosco con gioia ogni fase, le accetto nella mia vita presente e futura.
Dio vuole il mio bene supremo sia nella mia vita presente che nel mio futuro".
Ne riconosco con gioia ogni fase, le accetto nella mia vita presente e futura.
Dio vuole il mio bene supremo sia nella mia vita presente che nel mio futuro".
domenica 18 dicembre 2011
La viola mammola
E' una pianticella con foglie cuoriformi e profumati fiorellini.
Simbolo dell'amore romantico, dell'umiltà e della modestia.
Un mazzetto fu donato da Giuseppina Beauharnais a Napoleone durante il loro primo incontro e diventato imperatore ne fece il simbolo del suo partito.
Già i greci ne estraevano il profumo, i romani credevano che il profumo impedisse le ubriacature durante i banchetti e i medici della scuola salernitana prescrivevano le viole contro i postumi degli eccessi d'alcol. Lo sciroppo di violetta vanta infatti origini che risalgono al XVI secolo e ancora oggi viene usato.
Secondo una leggenda le violette sarebbero nate dalle lacrime di Adamo disperato dopo la cacciata dall'Eden.
I fiori possono essere seccati all'ombra, conservati in vasi di vetro e utilizzati come infuso per le affezioni delle vie respiratorie.
Il decotto, per uso esterno, serve per gargarismi, dermatiti, contusioni, ragadi al seno e scottature.
L'olio diluito per applicazioni serve come depuratore della pelle, per le dermatiti, l'acne, gli eczemi. Usato per massaggi stimola la circolazione sanguigna, allevia i reumatismi, è tonico, rilassante e rende la mente lucida.
E' un'essenza prettamente femminile, ma gradita anche agli uomini se mescolata con olio di basilico e erba moscatella.
I fiori si possono mangiare in insalata o canditi.
Simbolo dell'amore romantico, dell'umiltà e della modestia.
Un mazzetto fu donato da Giuseppina Beauharnais a Napoleone durante il loro primo incontro e diventato imperatore ne fece il simbolo del suo partito.
Già i greci ne estraevano il profumo, i romani credevano che il profumo impedisse le ubriacature durante i banchetti e i medici della scuola salernitana prescrivevano le viole contro i postumi degli eccessi d'alcol. Lo sciroppo di violetta vanta infatti origini che risalgono al XVI secolo e ancora oggi viene usato.
Secondo una leggenda le violette sarebbero nate dalle lacrime di Adamo disperato dopo la cacciata dall'Eden.
I fiori possono essere seccati all'ombra, conservati in vasi di vetro e utilizzati come infuso per le affezioni delle vie respiratorie.
Il decotto, per uso esterno, serve per gargarismi, dermatiti, contusioni, ragadi al seno e scottature.
L'olio diluito per applicazioni serve come depuratore della pelle, per le dermatiti, l'acne, gli eczemi. Usato per massaggi stimola la circolazione sanguigna, allevia i reumatismi, è tonico, rilassante e rende la mente lucida.
E' un'essenza prettamente femminile, ma gradita anche agli uomini se mescolata con olio di basilico e erba moscatella.
I fiori si possono mangiare in insalata o canditi.
L'eucalipto
E' un imponente albero con foglie grigioverdi e frutti argentati a forma di campanellina, con la corteccia grigia che si stacca a lunghe scaglie.
Il suo paese d'origine è l'Australia, dove ne esistono moltissime specie; quello comune venne portato da un botanico tedesco nell'Ottocento.
Gli aborigeni australiani applicano i cataplasmi di foglie sulle ferite, sulle piaghe e sulle scottature; inoltre bruciano il legno per aromatizzare i cibi.
In Italia è poco diffuso; in Portogallo e Spagna ci sono grandi boschi di eucalipto (se ne trovano per esempio lungo il cammino di Santiago).
L'eucalipto venne chiamato "albero della febbre" perché si riteneva, un tempo, che combattesse la malaria. Venne così piantato in molte zone paludose: in realtà si limita a prosciugare l'acqua stagnante eliminando l'habitat della zanzara anofele.
E' un albero molto prezioso perché cresce rapidamente e fornisce legname per vari usi.
Noto soprattutto per le proprietà balsamiche è un ottimo rimedio per le bronchiti, i raffreddori e l'influenza: l'eucaliptolo, sostanza contenuta nelle foglie, infatti entra a far parte della composizione di molti sciroppi e caramelle.
Con l'infuso di foglie si possono lavare e disinfettare le mani o fare impacchi su ferite e piaghe.
Inalare qualche goccia di olio essenziale versata in un catino di acqua calda serve per decongestionare le vie respiratorie. Nella vasca da bagno diventa stimolante e fortemente deodorante, soprattutto quando si suda molto.
Le foglie fresche o essicate tengono lontano gli insetti.
il messaggio dell'universo di oggi
"Non resterò certamente in questo stato. So benissimo che posso guarire. So che guarirò. Non c'è nulla da temere.
Lo spirito di Dio agisce e produce risultati divini".
Lo spirito di Dio agisce e produce risultati divini".
sabato 17 dicembre 2011
Un racconto
Un maestro chiede allo studente:
"Vuoi che per l'esame finale ti faccia due domande facili o una difficile?"
"Quella difficile" rispose.
"Bene. Come è nato il primo uomo?"
"E' nato dal ventre di sua mamma".
"Ammettiamo sia così, ma come è nata sua mamma?"
E lo studente: "Questa è una seconda domanda".
"Vuoi che per l'esame finale ti faccia due domande facili o una difficile?"
"Quella difficile" rispose.
"Bene. Come è nato il primo uomo?"
"E' nato dal ventre di sua mamma".
"Ammettiamo sia così, ma come è nata sua mamma?"
E lo studente: "Questa è una seconda domanda".
Il peperoncino
Il peperoncino giunse in Europa dopo la scoperta dell'America come le patate e il cioccolato.
La coltivazione si diffuse rapidamente nelle zone calde, anche nel sud d'Italia.
Non solo i cuochi hanno fatto uso del peperoncino, anche la medicina popolare. Veniva utilizzato come sostituto dell'alcol nelle cure disintossicanti; alla fine dell'Ottocento lo si univa pestato al sale per curare l'influenza.
Ne esistono di varie forme e dimensioni, piccolissimi e decisamente piccanti e altri tondi simili a ciliegie.
L'uso interno è limitato, mentre quello esterno non è da trascurare. Infatti la tintura scalda la parte su cui viene applicata, stimolando localmente l'afflusso di sangue. E' quindi indicato per curare le nevralgie, i reumatismi, la gotta, la lombaggine.
In Ungheria, patria del gulasch, un proverbio dice: " Alcuni desiderano la ricchezza, altri la fama, ma tutti bramano il gulasch".
In cucina viene utilizzato soprattutto fresco, tagliato in rondelle, aggiunto ai vari piatti.
Il principio attivo che ne causa la piccantezza è un alcaloide, chiamato capsacina, presente in quantità differenti nei diversi peperoncini; in dosi minime attiva la circolazione sanguigna, in dosi massicce può provocare ustioni. La preparazione di grandi quantità di peperoncini va effettuata con guanti o altre protezioni, per evitare di venire in contatto con dosi eccessive di capsacina.
Spesso viene anche conservato tramite essiccazione e utilizzato spezzettato o polverizzato; ha anche effetti antibatterici sui cibi.
La parte più piccante del peperoncino è la parte superiore del frutto e la placenta interna, che vanno asportate se si intende diminuirne l'effetto piccante.
il messaggio dell'universo di oggi
"Smetto di essere il centro della mia stessa vita e irradio amore, luce e comprensione intorno a me".
venerdì 16 dicembre 2011
L'ippocastano
Il nome ippocastano, cioè di castagno dei cavalli deriverebbe dal fatto che i turchi ne davano da mangiare i semi ai cavalli bolsi.
E' un albero ornamentale con fiori bianchi a grappolo e foglie grandi palmate. Queste cadendo lasciano sui rami una cicatrice a forma di ferro di cavallo.
E' originario dell'Europa orientale e si è diffuso da noi nel XVI secolo.
Le castagne, dette d'India erano usate per una farina nutriente che doveva essere sottoposta a una particolare lavorazione per togliere il sapore amaro e i componenti tossici; dato che i frutti contengono saponina venivano messi a bagno in acqua per ricavare una specie di liscivia.
Una volta si usava portare in tasca le castagne d'India perché si credeva prevenissero le malattie da raffreddamento.
Ha le seguenti proprietà: astringente, antinfiammatorio e vasocostrittore.
Il decotto si usa per varie applicazioni: varici, gonfiori ai piedi, emorroidi non gravi, couperose; agisce alleviando il dolore, il prurito e eliminando il ristagno dei liquidi nei tessuti.
La farina di semi sciolta nell'acqua della vasca da bagno è rivitalizzante e toglie l'opacità alla pelle.
il messaggio dell'universo di oggi
"Comunico immediatamente tutto ciò che ho da comunicare.
Libero la mente e vivo in pace con me stesso e con gli altri.
Non devo più preoccuparni di ciò che pensano gli altri e so di essere totalmente amato e sostenuto dall'Universo".
Libero la mente e vivo in pace con me stesso e con gli altri.
Non devo più preoccuparni di ciò che pensano gli altri e so di essere totalmente amato e sostenuto dall'Universo".
giovedì 15 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Non c'è critica in me, né contro di me. La legge del bene si incarica ORA della mia vita e l'armonia divina regna ORA in modo perfetto in me e nel mondo in cui vivo".
mercoledì 14 dicembre 2011
La genziana
Il genere Gentiana comprende oltre 400 specie.
La Gentiana lutea (genziana maggiore o gialla), è conosciuta sin dai tempi di Teofrasto e il suo nome deriverebbe da Genzio, l'ultimo sovrano degli Illiri, sconfitto dai romani nel 167 a.C., che per primo individuò le proprietà medicamentose della radice della genziana maggiore.
Sia Plinio sia Dioscoride la consigliavano per i disturbi di stomaco e del fegato e contro i morsi dei serpenti: è proprio per queste virtù che venne usata durante tutto il Medioevo.
Le varietà Gentiana clusii, diffusa nelle Alpi e quella kochiana, diffusa negli Appennini meridionali, vengono dette entrambe genzianella. Queste piante basse, a fiore singolo di colore viola intenso, vengono utilizzate per le stesse proprietà di quella maggiore.
Vengono da sempre usate nella preparazione di liquori digestivi e aperitivi e in particolare, prima della diffusione del chinino, per combattere le febbri di varia natura.
Nel linguaggio dei fiori le genziana maggiore rappresenta il disprezzo del donatore per il destinatario del dono.
L'applicazione esterna di tintura di radice diluita in acqua, combatte la pelle grassa.
La Gentiana lutea (genziana maggiore o gialla), è conosciuta sin dai tempi di Teofrasto e il suo nome deriverebbe da Genzio, l'ultimo sovrano degli Illiri, sconfitto dai romani nel 167 a.C., che per primo individuò le proprietà medicamentose della radice della genziana maggiore.
Sia Plinio sia Dioscoride la consigliavano per i disturbi di stomaco e del fegato e contro i morsi dei serpenti: è proprio per queste virtù che venne usata durante tutto il Medioevo.
Le varietà Gentiana clusii, diffusa nelle Alpi e quella kochiana, diffusa negli Appennini meridionali, vengono dette entrambe genzianella. Queste piante basse, a fiore singolo di colore viola intenso, vengono utilizzate per le stesse proprietà di quella maggiore.
Vengono da sempre usate nella preparazione di liquori digestivi e aperitivi e in particolare, prima della diffusione del chinino, per combattere le febbri di varia natura.
Nel linguaggio dei fiori le genziana maggiore rappresenta il disprezzo del donatore per il destinatario del dono.
Il significato della genziana è la determinazione: infatti cresce in montagna, in mezzo alle rocce, resistendo a temperature rigide ed alle intemperie.
Le preparazioni a base di genziana e di genzianella sono molto amare e per questo in grado di aumentare le secrezioni gastrica e salivare che, quando sono insufficienti, provocano diversi disturbi (cefalee, sonnolenza, fermentazioni intestinali).L'applicazione esterna di tintura di radice diluita in acqua, combatte la pelle grassa.
il messaggio dell'universo di oggi
"Ora dedico totalmente la mia vita alla manifestazione dell'Essere Divino in me.
Nessun ostacolo può fermarmi, li supero tutti con determinazione e coraggio.
Dio mi accompagna e mi sostiene nella sua energia e nella sua luce".
Nessun ostacolo può fermarmi, li supero tutti con determinazione e coraggio.
Dio mi accompagna e mi sostiene nella sua energia e nella sua luce".
martedì 13 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"PERDONO: io ti perdono completamente e liberamente. Non voglio farti del male, neppure con i miei pensieri. NON HO PIU' ALCUN RANCORE NEI TUOI CONFRONTI. Sono libero e tu sei libero.
Dio d'Amore, dacci ORA risultati perfetti: tutto tra noi è di nuovo armonioso. Ti voglio prospero e felice. Sarò guidato dal mio Dio d'Amore.
Lascio che Dio agisca".
lunedì 12 dicembre 2011
Il vischio
Sboccia nel periodo del solstizio d'inverno.
I germogli non cercano la luce, le radici non si insinuano nel sottosuolo, il pollone conserva la clorofilla anche se immerso nell'oscurità di un bosco.
E' impossibile che cresca dove le altre piante verdi prosperano: non ha geotropismo (proprietà degli organi vegetali di orientarsi, quando crescono, in direzione conforme alla forza di gravità), né fototropismo (tendenza delle piante a orientarsi verso la luce del sole).
Quando viene reciso rimane verde e lucente invece di seccarsi e avvizzire; dopo trenta giorni dal taglio raggiunge la massima intensità di color oro.
E' una pianta che è rimasta indietro nella scala dell'evoluzione: per questo motivo non può crescere direttamente sul terreno e ha bisogno di un ospite intermediario.
Sono destinati a sopravvivere solo i semi portati sugli alberi; quelli che cadono al suolo si bruciano, come al contatto col fuoco. Gli uccelli mangiano le bacche del vischio e spargono i semi insieme agli escrementi: però solo quelli portati sugli alberi vivranno.
I germogli non cercano la luce, le radici non si insinuano nel sottosuolo, il pollone conserva la clorofilla anche se immerso nell'oscurità di un bosco.
E' impossibile che cresca dove le altre piante verdi prosperano: non ha geotropismo (proprietà degli organi vegetali di orientarsi, quando crescono, in direzione conforme alla forza di gravità), né fototropismo (tendenza delle piante a orientarsi verso la luce del sole).
Quando viene reciso rimane verde e lucente invece di seccarsi e avvizzire; dopo trenta giorni dal taglio raggiunge la massima intensità di color oro.
E' una pianta che è rimasta indietro nella scala dell'evoluzione: per questo motivo non può crescere direttamente sul terreno e ha bisogno di un ospite intermediario.
Sono destinati a sopravvivere solo i semi portati sugli alberi; quelli che cadono al suolo si bruciano, come al contatto col fuoco. Gli uccelli mangiano le bacche del vischio e spargono i semi insieme agli escrementi: però solo quelli portati sugli alberi vivranno.
Appena toccato un ramo sviluppano un filamento che, arrivato alla corteccia, vi aderisce allargandosi con un disco di gomma. Poi cresce perpendicolarmente al ramo portante, seguendo il suo personale ritmo e manifestando la più completa indifferenza ed estraneità alle condizioni cui normalmente sono sottoposte le altre piante. Dal "cuore" del disco nasce un filamento sottile e robusto che penetra nel tessuto sottostante dell'albero e attraversandolo raggiunge il legno.
E' impossibile per l'albero liberarsi dell'ospite: è una pianta semi-parassita.
Il filamento si allunga ogni anno all'aumentare del diametro del ramo. La pianta diventa sempre più rigogliosa emettendo rami, fiori, frutti e nuovi filamenti, che come radici aderiscono e si insinuano in profondità nel legno dell'albero generando nuove fronde.
La nuova pianta in breve tempo si sostituisce al fogliame dell'albero preda e con le sue ramificazioni finisce per prendere direttamente l'alimento proveniente dalle radici dell'albero.
Per tradizione si raccoglie il giorno del solstizio d'inverno; fiorisce da marzo a maggio e si essica all'ombra.
Vive in una specie di limbo tra le chiome degli alberi e come un embrione attaccato al cordone ombelicale, si nutre della linfa vitale dell'albero madre.
Non sono indispensabili la luce e l'aria e rifiuta il contatto con la materia.
Non riconosce limiti al suo sviluppo, cresce in tutte le direzioni riproducendo la forma sferica.
Il vischio è simbolo delle infinite potenzialità dell'intelligenza del corpo e della plasticità.
E' il soma, l'antica bevanda sacra portata ai mortali da un'aquila, simbolo dell'immortalità e sorseggiata dagli uomini per entrare in contatto con il divino.
I Celti lo chiamavano "colui che guarisce tutto". Lo immergevano nell'acqua e distribuivano la medicina agli ammalati per facilitarne la guarigione e preservare la buona salute. Ritenevano nascesse dove si era abbattuta la folgore e si credeva che il ramo giallo contenesse il seme del fuoco. Agni, dio del Fuoco, era nato dal legno ed era l'embrione di ogni pianta: tagliandolo gli uomini si procuravano tutti i poteri del fuoco.
Il suo uso rituale risale ai popoli celtici. I druidi non considerano niente di più sacro del vischio e dell'albero sul quale cresce, purché si tratti di un rovere in quanto ritenevano che tutto ciò che nasce sulle piante di rovere era inviato dal cielo. Il vischio di rovere si trova raramente e quando viene scoperto si raccoglie con grande devozione: il sacerdote, vestito di bianco, sale sull'albero, taglia il vischio con un falcetto d'oro, metallo solare e lo raccoglie in un panno bianco per evitare che tocchi la terra nera e poi vengono immolati due tori bianchi.
Preso in pozione ritenevano che restituisse la fertilità a qualunque animale sterile e fosse un rimedio contro tutti i veleni. I sacerdoti druidi lo usavano per entrare in uno stato diverso di coscienza.
Secondo la medicina cinese il suo sapore è amaro - freddo, disperde il fuoco e giova al Cuore.
E' diuretico, antispasmodico e ipotensivo. Secondo Steiner può rallentare e inibire alcune forme di tumore: stimola il sistema immunitario, si oppone all'azione delle forze eteriche perciò frena la proliferazione, respingendo le forze terrestri e concentrando l'azione nella zona peri-tumorale, provoca un'iperemia e un rialzo termico.
Il vischio era consacrato a Proserpina.
Secondo la tradizione, Enea dovette procurarsi il ramo d'oro in un bosco sacro nei pressi di Nemi per poter scendere nell'oltretomba dell'Averno e affrontare i suoi spettri per poi fare ritorno.
Anche ora lo si considera un talismano naturale contro le streghe e gli gnomi. Popolarmente si dice che può aprire tutte le porte, perciò anche quelle dell'oltretomba.
Baciarsi sotto un ramo di vischio a Natale è una tradizione antica.
La mitologia norvegese lo associa alla figura del dio Balder, che morì dopo essere stato colpito da rami di vischio. In memoria del dio, sono soliti bruciare i rami in prossimità del solstizio d'estate, con lo scopo di allontanare la sventura e invocare la prosperità ed il benessere.
Le ghirlande sono simbolo di vittoria e di eternità e appese alle pareti di casa proteggono i suoi abitanti, garantiscono un anno di armonia familiare e di fortuna
La fitoterapia utilizza le foglie e i rami in applicazioni esterne. Per via interna dosi eccessive possono dare effetti tossici.
Calma, tranquillizza e tonifica il sistema nervoso; giova in caso di epilessia, isterismo, nefrite cronica, arteriosclerosi; ha un effetto vasodilatatore, è un tonico per il cuore.
Si utilizza il liquido filtrato delle foglie di vischio bollite per curare i geloni.
Insieme alle bacche di biancospino e di tiglio si utilizza nella cura dell'alta pressione.
il messaggio dell'universo di oggi
"Smetto di essere il centro della mia stessa vita e irradio amore, luce e comprensione intorno a me".
domenica 11 dicembre 2011
Il millefoglio (Achillea millefolium)
Nel linguaggio dei fiori è simbolo delle persone solari, essenziali, belle.
Chiamato in questo modo per le sue foglie frastagliate, è una pianta impiegata sin dall'antichità e ritenuta sacra da molti popoli, come i cinesi e i celti.
I cinesi utilizzano ancora gli steli per le divinazioni con l'I Ching.
Il suo nome deriva da Achille, eroe greco che apprese le arti curative del centauro Chirone e scoprì le sue virtù nella cura delle ferite. Per questo motivo simboleggia anche la guerra e il dolore.
Le stesse virtù furono riconosciute da santa Ildegarda che spiegò come applicare il millefoglio dopo aver lavato una ferita col vino: "Sul panno che sta sopra la ferita fasci leggermente del millefoglio caldo bollito moderatamente nell'acqua e (...) strizzato".
Chiamato in questo modo per le sue foglie frastagliate, è una pianta impiegata sin dall'antichità e ritenuta sacra da molti popoli, come i cinesi e i celti.
I cinesi utilizzano ancora gli steli per le divinazioni con l'I Ching.
Il suo nome deriva da Achille, eroe greco che apprese le arti curative del centauro Chirone e scoprì le sue virtù nella cura delle ferite. Per questo motivo simboleggia anche la guerra e il dolore.
Le stesse virtù furono riconosciute da santa Ildegarda che spiegò come applicare il millefoglio dopo aver lavato una ferita col vino: "Sul panno che sta sopra la ferita fasci leggermente del millefoglio caldo bollito moderatamente nell'acqua e (...) strizzato".
Gli si attribuivano anche la capacità di bloccare le emorragie e le mestruazioni abbondanti e di combattere le infezioni e i distrubi digestivi.
Queste applicazioni sono confermate dalla fitoterapia moderna.L'azione infiammatoria è ampia: per le abrasioni, i tagli, gli arrossamenti della pelle, le febbri intermittenti, i dolori reumatici, le ulcere alle gambe, le ragadi al seno.
Inoltre è sedativo: facilita il sonno, calma i dolori addominali e mestruali ed è digestivo.
In Svezia lo si usava per preparare una birra piuttosto forte.
L'infuso si utilizza sia per uso interno che esterno, ma in questo caso le dosi raddoppiano.
L'infuso favorirebbe la crescita dei capelli, da applicare e sciacquare dopo lo shampoo.
I fiori , bianchi o rosa, hanno un sapore amarognolo e vengono utilizzati anche nella preparazione di liquori.
L'olio può essere messo nell'acqua della vasca per un bagno rilassante o diluito si può usare per applicazioni locali su piccoli tagli, per l'acne, per le vene varicose, per le dermatiti.
il messaggio dell'universo di oggi
"Il mio lavoro e i piani della mia vita ora si avvicinano rapidamente alla loro realizzazione sicura e perfetta. Mi preparo a riceverla e ora ripongo tutta la mia fiducia nella giusta azione di Dio.
Faccio parte di tutto ciò che è buono e il bene vincerà".
Faccio parte di tutto ciò che è buono e il bene vincerà".
venerdì 9 dicembre 2011
La verbena
Nel linguaggio dei fiori è simbolo della purezza di animo e di intenti.
Fin dall'antichità venne considerata una pianta sacra.
Fin dall'antichità venne considerata una pianta sacra.
Secondo gli egizi nacque dalle lacrime di Iside.
I romani la usavano per cingere il capo degli ambasciatori e nelle cerimonie religiose; il primo dell'anno si scambiavano mazzetti di verbena in segno di buon auspicio.
Per i greci era in grado di alleviare le pene d'amore.
In Inghilterra, nel Medioevo, la consideravano benedetta peché ritenevano fosse stata impiegata per bloccare il sangue delle ferite di Gesù.
I sacerdoti dei druidi lavavano gli altari con infusi di verbena.
Tutti comunque concordavano nel ritenerla una panacea.
Nel XVI secolo veniva utilizzata per curare l'itterizia, la peste, il mal di denti e di cuore e per facilitare il parto (questa proprietà è stata confermata da studi attuali).
Ha proprietà antinevralgiche e antinfiammatorie.
L'infuso è un buon diuretico e digestivo.
Un cataplasma fatto con foglie fresche serve per la cellulite, le contusioni, per alleviare dolori muscolari e reumatici, in particolare per le cefalee e le nevralgie del trigemino.
il messaggio dell'universo di oggi
"Lascio andare le vecchie abitudini, colgo l'opportunità di cambiare del tutto la mia vita.
Dio mi sostiene COMPLETAMENTE in questa azione e tutte le porte del successo si spalancano davanti a me".
Dio mi sostiene COMPLETAMENTE in questa azione e tutte le porte del successo si spalancano davanti a me".
giovedì 8 dicembre 2011
Storia Zen narrata da Osho
Un giorno si misero a litigare. Si erano divise in due gruppi e urlavano, facendo un baccano assordante.
Il monaco anziano udì il chiasso e le sgridò: "Ehi zucche! Cosa vi salta in mente? Litigare tra di voi?! Per di più in un monastero Zen?! Tutti stanno facendo zazen! Mettetevi sedute in silenzio senza fare nulla".
Il monaco insegnò loro lo zazen: "Sedetevi, piegate le gambe così e tenete dritti il collo e la schiena".
Mentre le zucche facevano zazen la loro rabbia sparì e si calmarono.
A quel punto il monaco disse: "Mettete le mani sopra la testa".
Le zucche sentirono qualcosa di strano sopra di sé: il tralcio che le univa le une alle altre. Allora cominciarono a ridere dicendo: " E' ridicolo! Siamo una cosa sola e stavamo litigando futilmente".
il messaggio dell'universo di oggi
"Lascio andare ora i miei desideri personali.
Mi dedico al servizio del mio prossimo ed è nel servizio che trovo la mia liberazione e la mia gioia".
Mi dedico al servizio del mio prossimo ed è nel servizio che trovo la mia liberazione e la mia gioia".
mercoledì 7 dicembre 2011
La betulla
Il colore bianco della corteccia, la chioma leggera e luminosa ed il portamento pendulo dei rami le conferiscono un aspetto puro e delicato; inoltre la capacita' di crescere su diversi tipi di suoli e di resistere al freddo la rendono simbolo di adattabilita', di umilta' e di tenacia.
Nei paesi del Nord si attribuivano alla betulla molte proprietà magiche e la si considerava perciò la pianta degli sciamani: era venerata come albero cosmico dagli sciamani siberiani.
Nei paesi del Nord si attribuivano alla betulla molte proprietà magiche e la si considerava perciò la pianta degli sciamani: era venerata come albero cosmico dagli sciamani siberiani.
In Scandinavia e' uno dei primi alberi ad emettere le foglie in primavera, per questo era venerata come albero della rinascita primaverile ed associata a feste popolari e religiose tipiche della stagione.
La corteccia, in primavera, quando si presentava tenera e zuccherina, costituiva un alimento per le popolazioni dell'estremo Nord. La linfa raccolta in primavera era usata come rimedio per l'artrite e le malattie delle vie urinarie, poiché favoriva l'eliminazione dell'acido urico.
Per i celti era magica e simbolo di saggezza; nel Medioevo, anche in Francia aveva lo stesso simbolismo.
Nei paesi nordici con i rami facevano le torce, coi ramoscelli verghe, con la corteccia giovane si facevano carte e piroghe, con la corteccia vecchia si coprivano le case e dalla linfa fermentata si ottiene ancora una birra.
In passato, il legno, elastico e tenero era anche talvolta utilizzato per fabbricare zoccoli, gioghi per i buoi o altro bestiame, freni per i carri, manici per falcetti e coltelli per tagliare la polenta. All'occorrenza si usava come combustibile.
La betulla ha un effetto depurativo, diuretico, stimolante, sudorifero, antisettico e astringente.
La pianta è principalmente depurativa; la corteccia è diuretica e sudorifera; le gemme sono usate per liberare i gangli linfatici.
La linfa si ottiene dall'incisione di un ramo che è poi da chiudere con del mastice e la si conserva in bottiglia con dei chiodi di garofano.
L'infuso di foglie è depurativo per la pelle grassa e per il cuoio capelluto.
L'olio diluito si utilizza per applicazioni locali in caso di dermatite, psoriasi ed eczemi. Frizionato riattiva la circolazione attenuando edemi, la cellulite e i dolori reumatici. Nello shampoo, qualche goccia, irrobustisce i capelli.
Lasciando bollire a lungo le foglie si ottiene un colorante giallo per i tessuti.
La betulla, secondo la tradizione, fornirebbe le scope per le streghe.
il messaggio dell'universo di oggi
"Se resisto e continuo ad aver fiducia nel successo, nessuna forza sulla Terra potrà impedirgli di manifestarsi.
Dio mi protegge e mi sostiene TOTALMENTE in tutti i miei progetti."
Dio mi protegge e mi sostiene TOTALMENTE in tutti i miei progetti."
martedì 6 dicembre 2011
il messaggio dell'universo di oggi
"Con l'aiuto di Dio ora irradio deliberatamente e gioiosamente l'amore divino verso me stesso, verso coloro che mi circondano e verso tutta l'umanità."
lunedì 5 dicembre 2011
Detti Zen
"Se capisci, le cose sono così come sono.
Se non capisci, le cose sono così come sono."
"In origine la Via è priva di parole. Poi le parole illustrano la Via.
Ma, quando si scorge la Via, si dimenticano subito le parole."
Il salto di un sassolino
Kyogen si era impegnato per molti anni nella ricerca dell'illuminazione.
Aveva studiato i sutra buddhisti, meditato per intere giornate, analizzato vari koan, ridotto il cibo e il sonno, fatto lavori umili: tutto era stato inutile.
Così andò dal maestro e gli disse: "Non ce l'ho fatta, me ne vado via."
Andò a vivere come un eremita sui monti, non possedendo nulla e non avendo alcuna mèta.
Si dimenticò a poco a poco che voleva diventare un illuminato.
Non ricordava quasi più niente dei sutra e dei koan non gli rimaneva che una domanda muta.
La sua mente si svuotò di tante idee, di tante aspettative e si fece sempre più limpida.
Un giorno mentre camminava fece saltare un sassolino che colpì una canna di bambù.
L'urto produsse un suono inaspettato. Fu come una scossa.
Il monaco raggiunse la vera entrata.
Aveva studiato i sutra buddhisti, meditato per intere giornate, analizzato vari koan, ridotto il cibo e il sonno, fatto lavori umili: tutto era stato inutile.
Così andò dal maestro e gli disse: "Non ce l'ho fatta, me ne vado via."
Andò a vivere come un eremita sui monti, non possedendo nulla e non avendo alcuna mèta.
Si dimenticò a poco a poco che voleva diventare un illuminato.
Non ricordava quasi più niente dei sutra e dei koan non gli rimaneva che una domanda muta.
La sua mente si svuotò di tante idee, di tante aspettative e si fece sempre più limpida.
Un giorno mentre camminava fece saltare un sassolino che colpì una canna di bambù.
L'urto produsse un suono inaspettato. Fu come una scossa.
Il monaco raggiunse la vera entrata.
il messaggio dell'universo di oggi
"Decido ORA di passare all'azione.
Abbandono il passato e ricostruisco la vita su basi interamente nuove, con l'aiuto e la luce di Dio in me."
Abbandono il passato e ricostruisco la vita su basi interamente nuove, con l'aiuto e la luce di Dio in me."
domenica 4 dicembre 2011
Il tiglio
Questo grande albero, a forma di cupola, alto fino a m. 40, con foglie verdi cuoriforme era considerato dagli antichi l'immagine della dolcezza e della femminilità per il suo profumo e l'aspetto.
Essendo una pianta molto longeva, che può arrivare fino a mille anni d'età, è simbolo della longevità.
La sua origine viene narrata da una leggenda: un giorno la ninfa Filira si accoppiò con il dio Crono, che sorpreso dalla moglie si trasformò in un cavallo e fuggì. Nove mesi dopo la ninfa ebbe un figlio per metà cavallo: per la vergogna volle essere trasformata in tiglio. Il figlio, il centauro Chirone, diventò un illustre guaritore, potere che gli veniva dalla madre, essendo il tiglio uno dei più antichi rimedi conosciuti.
E' anche considerato l'albero dell'amore coniugale. Questo deriva da un'antica leggenda greca nella quale si narra che due vecchi sposi, Bauci e Filemone, molto innamorati l'uno dell'altra, furono gli unici ad accogliere benevolmente Zeus ed Ermes, che sotto sembianze umane avevano bussato alla loro porta. Gli dei concessero loro di sopravvivere alla punizione che avrebbero inflitto a tutti gli altri uomini e di esaudire la loro preghiera di morire insieme. Un giorno, Filemone e Bauci, vecchi e stanchi, iniziarono all'improvviso a trasformarsi, Bauci in una quercia e Filemone in un tiglio: uniti per sempre, l'uno accanto all'altra.
I popoli germanici lo consideravano una pianta sacra a Freia, dea della fertilità.
I romani usavano le foglie come foraggio per gli animali; tutt'ora in Svizzera e nell’Europa settentrionale vengono usate per il bestiame. Anche la linfa e i fiori venivano in passato utilizzati per fabbricare zucchero e farne cioccolato.
Il legno di tiglio si incide bene e si usa per casse di risonanza dei pianoforti, per taglieri e altro e un tempo si utilizzava la fibra di corteccia per fare stuoie e corde.
Questa pianta ha proprietà sedative, diuretiche, sudorifere ed emollienti.
L'infuso concilia il sonno, è digestivo e calma gli spasmi. L'infuso più concentrato è utile per fare sciacqui, gargarismi e per applicazioni locali su eritemi , irritazioni della pelle ed emorroidi.
Il decotto allevia l'infiammazione delle palpebre. L'infuso di fiori fornisce una buona lozione antirughe.
il messaggio dell'universo di oggi
"Il piano che Dio ha stabilito per la mia vita si svolge tappa dopo tappa.
Ne riconosco con gioia ogni fase, le accetto nella mia vita presente e futura.
Dio vuole il mio bene supremo sia nella mia vita presente che nel mio futuro."
Ne riconosco con gioia ogni fase, le accetto nella mia vita presente e futura.
Dio vuole il mio bene supremo sia nella mia vita presente che nel mio futuro."
sabato 3 dicembre 2011
Racconti
Una sera un ladro entrò nella capanna per scoprire che non c'era nulla da rubare.
Al suo ritorno Ryokan lo colse sul fatto. "E' probabile che tu sia venuto da lontano per farmi visita e non dovresti andare via a mani vuote. Ti prego, come dono accetta i miei vestiti."
Il ladro rimase sbalordito; prese i vestiti e scappò.
Ryokan si mise seduto nudo, a osservare la luna. "Pover'uomo", pensò, "avrei voluto potergli dare questa splendida luna".
In Giappone, nei tempi antichi, si usavano delle lanterne di carta e bambù con le candele dentro.
Una sera, a un cieco che era andato a trovare un amico, fu offerta una lanterna da portare con sé a casa.
"Non ho bisogno di una lanterna", disse, "buio o luce per me sono la stessa cosa."
Rispose l'amico: "Lo so che non hai bisogno di una lanterna per trovare la strada, ma se non ce l'hai qualcuno potrebbe venirti addosso. E' meglio che tu la prenda."
Il cieco partì con la lanterna, ma poco dopo qualcuno gli andò dritto addosso.
"Guarda dove vai, non vedi questa lanterna?" disse allo straniero.
"La tua candela si è spenta, fratello" rispose.
Yin e Yang
Secono la filosofia orientale tutto deriva da due principi opposti e complementari: lo yin (la parte ombreggiata della collina ) e lo yang (la parte soleggiata della collina).
Il simbolo chiamato Tai Chi, o Ruota del Tao ("Diagramma del Principio Supremo"), indica la relazione tra i due principi.
Lo yin è la zona scura, lo yang è la parte bianca. Dove una si estende l'altra si riduce, senza mai venire sostituita completamente dall'altra. I due piccoli cerchi indicano che nulla è completamente yin o completamente yang, ma che ciascuno contiene sempre qualcosa dell'altro. Nessuna cosa contiene la stessa quantità di entrambi: uno dei due è sempre in eccesso rispetto all'altro.
I due principi si combinano in proporzioni diverse dando luogo a differenti risultati, diverse personalità, diverse nature fisiche.
Il simbolo chiamato Tai Chi, o Ruota del Tao ("Diagramma del Principio Supremo"), indica la relazione tra i due principi.
Lo yin è la zona scura, lo yang è la parte bianca. Dove una si estende l'altra si riduce, senza mai venire sostituita completamente dall'altra. I due piccoli cerchi indicano che nulla è completamente yin o completamente yang, ma che ciascuno contiene sempre qualcosa dell'altro. Nessuna cosa contiene la stessa quantità di entrambi: uno dei due è sempre in eccesso rispetto all'altro.
I due principi si combinano in proporzioni diverse dando luogo a differenti risultati, diverse personalità, diverse nature fisiche.
Sono considerati diversi, ma equivalenti. Ciò che è importante è l'equilibrio tra loro, che è dinamico, soggetto a sottili spostamenti e alterazioni; l'equilibrio perfetto porterebbe a stagnazione.
E' opportuno che nessuno dei due prevalga in modo deciso rispetto all'altro perché uno squilibrio costituirebbe la probabile origine delle malattie psichiche e fisiche.
La tigre bianca è il simbolo del principio yin e il Drago Verde è il simbolo del prinicipio yang.
Negli elenchi seguenti scegli quello che ti colpisce di più o si adatta maggiormente a te.
Se la maggior parte delle preferenze sono nella parte sinistra sei una persona yin, se sono nella parte destra sei yang.
Yin Yang
femmina maschio
sottomesso dominante
espansivo chiuso
dispersivo concentrato
passivo attivo
introverso estroverso
ricettivo penetrante
difensivo aggressivo
spirituale materiale
psicologico fisico
contemplativo socievole
serio scherzoso
Tot. Yin ....... Tot. Yang.......
flessibile inflessibile
quieto in movimento
universale particolare
futuro passato
negativo positivo
costruttivo distruttivo
grande piccolo
paffuto snello
resistente delicato
muscoloso smilzo
basso di statura alto di statura
morbido duro
scuro chiaro
Tot. Yin....... Tot. Yang.......
luna sole
notte giorno
inverno estate
freddo caldo
umido secco
valle montagna
terra cielo
acqua fuoco
vegetale animale
bagnato asciutto
basso alto
lento veloce
vuoto pieno
Tot. Yin....... Tot. Yang.......
Alimenti Yin: latte, frutta, spezie, zucchero, liquidi, alcol, verdure verdi, blu, rosso scuro.
Alimenti Yang: carne, formaggio, uova, pesce, sale, verdure rosse, arancioni, gialle.
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