Il mirto, sacro ad Afrodite, dea dell'amore, è un arbusto ornamentale sempreverde con dei bei fiori bianchi.
E' stata sempre associato all'universo femminile e alla femminilità.Nel linguaggio dei fiori è il simbolo dell'amore, della poesia, della gloria poetica e della verginità.
Considerato anche simbolo di fecondità, veniva usato nei banchetti nuziali oltre che di buona sorte per le persone che si apprestavano ad affrontare lunghi viaggi.Veniva usato già ai tempi dei romani per creare meravigliosi giardini insieme ai cipressi.
Gli ebrei lo consideravano sacro e lo bruciavano come l'incenso nei templi.
I mesopotamici bruciavano i rami per allontanare le epidemie e per curare le otiti.In Babilonia, l'olio di mirto, considerato sacro, veniva spesso usato per ungere il corpo durante le cerimonie religiose.
I persiani mettevano le foglie nei calzari per alleviare il sudore dei piedi.Nel Seicento le donne utilizzavano fiori e foglie per fare la celebre Acqua degli Angeli, un tonico eccezionale per la pelle.
Anticamente le foglie pestate e cosparse sul corpo erano considerate un afrodisiaco.
Le proprietà terapeutiche riguardano soprattutto le vie respiratorie e la cute: è balsamico, astringente e tonico.Il decotto usato per gli sciacqui deodora l'alito; l'infuso è adatto per detergere la pelle e per fare compresse sulle piaghe.
L'olio diluito, si può usare per fare suffumigi, inalazioni dirette, spruzzato sul fazzoletto o sul cuscino prima di dormire. Nel bruciaessenze purifica e deodora l'ambiente.
Le proprietà balsamiche sono simili a quelle dell'eucalipto, con il vantaggio di essere ben tollerato e privo di controindicazioni.
La pianta produce delle bacche di colore blu che vengono usate per la preparazione di un liquore.
Le bacche essicate e pestate condivano molti piatti in antichità. Tutt'ora i pastori sardi mettono le foglioline di mirto alla fine della cottura delle carni di agnello e di maiale.
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