Gli oli sono contenuti in piccole ghiandole, situate in punti diversi a seconda della pianta. Ad esempio nell'arancio amaro sono presenti nella scorza del frutto, da cui si estrae l'olio di arancio, nei fiori, da cui si ricava l'olio di neroli e nelle foglie l'olio di petit-grain.
Non tutte le piante sono così ricche di oli essenziali: alcune non lo sono affatto.
Sin dall'antichità l'uomo ha cercato di estrarli. Oggi i procedimenti industriali sono più rapidi e permettono un rendimento maggiore rispetto a quelli di un tempo e con il processo di rettificazione si ha l'eliminazione di sostanze di scarto, ottenendo prodotti più puri.
Le tecniche di estrazione sono simili: dipendono dalla posizione delle ghiandole odorifere nella pianta.
Si usa la distillazione in acqua o in corrente di vapore per i legni aromatici, erbe e alcuni fiori (ad es. le rose): le piante vengono scaldate in modo che le ghiandole scoppino e rilascino l'olio profumato; poi si lascia raffreddare il tutto e si raccoglie l'olio che si è condensato in superficie. Questo metodo viene usato sin dall'antichità e oggi effettuato con tecniche più raffinate.
La macerazione a freddo viene utilizzata per i fiori delicati come ad es. le viole e i gelsomini: si mettono in una sostanza grassa, tipo l'olio di mandorle e ogni 2 o 3 giorni li si sostituisce finché tutto il grasso è impregnato. La macerazione a caldo è simile ma tenendo il grasso a una temperatura costante di 60-70°C.
Per i semi e le scorze di agrumi, così ricchi di oli basta una pressione per far uscire l'essenza (spremitura).
L'estrazione con solventi volatili, molto costosa, permette di ricavare tutta l'essenza.
Le essenze sono vendute in flaconi di vetro scuro, (non di plastica) e sono da conservare lontano da fonti di calore e di luce.
Il prezzo delle essenze è piuttosto caro e questo è un valido indicatore della purezza: varia a seconda della quantità di materia prima; ad esempio l'olio di gelsomino è più caro dell'olio di lavanda e meno caro di quello di iris.
L'etichetta deve riportare "olio essenziale 100% puro", il nome latino della pianta, il metodo di estrazione usato e l'assenza di additivi sintetici.
A volte possono essere diluiti con oli di minor pregio, come ad esempio quello di ricino, ma macchiano i tessuti, cosa che non succede con quelli puri.
Essendo molto concentrati, l'uso interno è da effettuarsi sotto il parere di un medico specializzato; ci sono anche limitazioni all'uso per i bambini sotto gli 8 anni, le donne in stato di gravidanza e allattamento, per le persone anziane e per chi ha problemi di epilessia, di asma e di allergie.
Non presentano però particolari controindicazioni l'olio di arancio dolce, quello di camomilla, di lavanda, di mirto e di rosa.
E' importante che non vengano comunque in contatto con le mucose e con gli occhi.
Gli oli per diluire le essenze possono essere diversi: olio di mandorle e di germe di grano (ammorbidenti e nutrienti); olio di oliva (per la pelle secca); olio di jojoba (tonificante e rigenerante).
Si possono diluire anche in creme neutre, in bagnoschiuma e shampoo, in yogurt e panna (per le maschere facciali).
Gli oli essenziali si possono usare per massaggi, bagni, pediluvi, impacchi, suffumigi, inalazioni e maschere facciali; si possono mettere anche sui pot-pourri, nei bruciaprofumi, negli umidificatori, nei nebulizzatori.
Ecco qualche indicazione:
- balsamico: eucalipto, abete bianco, pino silvestre;
- dolce: rosa, viola mammola, mirto, camomilla, salvia sclarea, basilico;
- fresco: basilico, menta, rosmarino, melissa, arancio amaro;
- caldo: gelsomino;
- agrumato: limone, arancio dolce, pompelmo;
- speziato: basilico, maggiorana, aneto, alloro;
- legnoso: maggiorana;
- erbaceo: tiglio, lavanda, mirto.
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